NEOCOLONIALISMO

Il termine fu coniato da Kwame Nkrumah, primo presidente del Ghana indipendente, ed è in seguito stato adottato da autori come Jean-Paul Sartre e Noam Chomsky con una connotazione esplicita di critica nei confronti delle politiche Occidentali verso il Terzo Mondo, per esempio con riferimento allo sfruttamento dei paesi poveri da parte delle grandi multinazionali.
Secondo Peccia, il neocolonialismo vive anche in nuove dimensioni, che Kwame Nkrumah non poteva immaginare, come i Social Network.
Non è un caso che infatti paesi geograficamente distanti tra di loro, come Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti, abbiano l’abitudine di condividere sui Social Media la stessa tipologia d’informazioni, contrariamente all’europea Bielorussia che condivide i Social Network russi, ricordando e preservando la stesse sfere d’influenze in vita durante la Guerra Fredda.

COMUNICATO DEL 14 SETTEMBRE 2019

Ogni forma d’arte, quale espressione estetica dell’estro, dell’abilità e dell’ingegno, sia personale che collettiva, è il risultato di un diversificato linguaggio artistico sgorgante da tipicità culturale e conoscenze che riflettono concetti, emozioni, credenze dell’artista e connaturati al particolare ambito sociale e vissuto periodo storico.
Nella sua peculiare e differente rivelazione estetica è specchio dell’animo umano, derivante dal concetto che l’artista ha del proprio vissuto.
Tale “suggestione artistica ” non è dunque avulsa dalla civiltà in cui è concepita ed espressa.
Premesso ciò veniamo al dunque.
Il neocolonialismo italiano è frutto della politica di controllo che Roma vuole detenere sul Popolo Veneto che sistematicamente viene derubato del proprio passato, della propria storia, delle proprie tipicità culturali, della propria lingua… insomma della propria civiltà.
E’ un vero e proprio furto d’identità del Popolo Veneto.
Questa è una forma di neocolonialismo che smaschera la celata insidia dello stato italiano.
Camuffando la sua volontà prevaricatrice e tipicamente colonialista e razzista nei confronti del Popolo Veneto lo stato italiano usa strumenti economici e culturali piuttosto della forza militare, ma solo perché oggi è vietata e lo esporrebbe all’avverso giudizio della comunità internazionale.
Ma non è forse una forma di violenza anch’essa?
Il furto d’identità di un Popolo, sottoposto ad un regime straniero,  passa infatti, anche attraverso l’annientamento della propria civiltà, disconoscendo e impedendo l’uso della propria lingua, la conoscenza alle future generazioni della propria storia, lo scoraggiare il sentimento di Amor Patrio l’uso del proprio Inno Nazionale e della propria Bandiera Nazionale, (oggi spesso abusata per il proselitismo di partiti politici italiani).
Ma oltre all’estorsione economica e allo sfruttamento e rapina dei beni, dei Territori, delle opere artistiche e del deturpamento del paesaggio si aggiunge quello della civiltà del Popolo Veneto.
La Nazione Veneta ha contribuito con illustri artisti e uomini e donne che hanno lasciato un segno indelebile nella storia dell’umanità ma oggi questa sgangherata italia ci deruba anche di questo passato.
Spregevole e altrettanto volgare è questo tentativo posto in essere dallo stato straniero italiano che occupa così meschinamente la nostra Patria.
Ed è così che illustri artisti, esploratori, compositori, musicisti ed eroi Veneti o vengono dimenticati o indicati come italiani … quando ancora quest’italia non esisteva.
Vergogna italia.

WSM
Venetia, 14 settembre 2019
Sergio Bortotto
Presidente del Movimento de Liberasione Nasionale del Popolo Veneto e del Governo Veneto Provisorio

Eccone alcuni esempi:

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