Autore: sergio

ANAGRAFE

L’Anagrafe è il registro della popolazione della Repubblica Veneta.registro-elettronico
È amministrato dal Dipartimento attraverso il “Distretto Anagrafico” quale ufficio periferico istituito presso ogni Municipalità.
Il Distretto Anagrafico ha lo scopo di certificare tutto quello che è necessario in ordine ad ogni:
1) PERSONA FISICA (soggetto) attraverso i
– Registro dei Cittadini Veneti residenti
– Registro dei Cittadini Veneti residenti all’estero
– Registro degli Stranieri residenti (oltre i 30 giorni di permanenza)
– Registro dei Turisti (fino a 30 giorni di permanenza)
2) PERSONA GIURIDICA (o imprese) attraverso i
– Registro dei soggetti giuridici attivi
– Registro dei soggetti giuridici cessati
Il Distretto Anagrafico ha dunque il compito di certificare la registrazione dello “status giuridico” sia delle persone fisiche che dei soggetti giuridici presenti sul territorio di propria competenza.

VIOLENZA E VIOLENZA PRIVATA

LEI NON SA CHI SONO IO 2« Chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa è punito con la reclusione fino a quattro anni.
La pena è aumentata se concorrono le condizioni prevedute dall’articolo 339. »
Ma come si configura la violenza ?
La violenza è un’azione compiuta mediante l’abuso della forza di una o più persone che operano con lo scopo di costringere altri ad agire o a piegarsi contro la propria volontà.
L’abuso della forza può essere non solo fisico (con o senza armi), ma anche espressione di violenza solo verbale, o psicologica (ricatti, intimidazioni, minacce).
La violenza non necessariamente implica un danno fisico.
Essa può anche avere lo scopo di indurre a un certo comportamento.
Alcuni esempi di violenza non fisica:resizer.jsp
– la minaccia;
– il plagio;
– l’imposizione d’autorità contro la volontà del soggetto.
La vasta tipologia di azioni del tipo sopra indicato si esprime in un’attività chiamata coercizione o coartazione, in termini immediati, a lunga scadenza, subdolamente, con secondi fini.
In tutti questi casi la violenza ha lo scopo di indurre nell’altro comportamenti che altrimenti non avrebbe.

 

 

TRANSIZIONE … FASE DI

TERRORISMO DI STATO E STRATEGIA DELLA TENSIONE

Uno Stato può decidere di ricorrervi contro i suoi stessi cittadini, a fini repressivi per eliminare direttamente un gruppo politico, o per eliminarlo come interlocutore politico e togliergli credibilità davanti all’opinione pubblica incolpandolo di atti commessi da terzi (operazioni False flag), oppure per intimidire e far emigrare una popolazione che non desidera (pulizia etnica), per creare uno stato di emergenza che giustifica una deriva autoritaria con la sospensione e deroga delle Costituzioni in nome della sicurezza nazionale.
Un ulteriore modo, proprio degli stati e non replicabile da soggetti non statali, di fare terrorismo è l’istituire un ordinamento giuridico e di pubblica sicurezza estremamente punitivi: tramite organizzazioni di polizia segreta e regolamenti molto rigidi si instaura un clima di paura in cui ogni cittadino diventa passibile di punizione, in pratica “colpevole fino a prova contraria”.
STRATEGIA DELLA TENSIONE
La locuzione strategia della tensione identifica una strategia politica da realizzare mediante un disegno eversivo, tesa alla destabilizzazione o al disfacimento di equilibri precostituiti.
Si basa generalmente su una serie preordinata di atti terroristici, volti a creare uno stato di tensione e di paura diffusa nella popolazione, tali da far giustificare o auspicare svolte politiche di stampo autoritario.
Può anche essere attuata sottoforma di tattica militare che consiste nel commettere attentati dinamitardi e attribuirne la paternità ad altri.

TASSE … O ESTORSIONI DI STATO ITALIANE

Chiunque, mediante violenza  o minaccia , costringendo taluno a fare o ad omettere qualche cosa, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da cinque a dieci anni e con la multa da euro 1.000 a euro 4.000.
La pena è della reclusione da sei a venti anni e della multa da da euro 5.000 a euro 15.000, se concorre taluna delle circostanze indicate nell’ultimo capoverso dell’articolo precedente.

Ratio Legis
Tale disposizione trova il proprio fondamento non solo nella necessità di tutelare il patrimonio individuale, ma anche la libertà di autodeterminazione del singolo.

La violenza o la minaccia devono essere dirette a coartare la volontà della vittima affinchè questa compia un atto di disposizione patrimoniale, rimanendo indifferenti le modalità con cui queste condotte si realizzano.
Nello specifico la minaccia può concretarsi anche in un comportamento omissivo come nell’ipotesi in cui il proprietario di un immobile rifiuti la conclusione di un contratto di locazione in caso di mancato pagamento di un canone superiore a quello stabilito dalla legge.
La costrizione può avere ad oggetto il compimento di un atto di disposizione patrimoniale positivo (come ad esempio la donazione di una somma di danaro) o negativo (si pensi alla remissione di un debito), anche annullabile, ma necessariamente produttivo di effetti giuridici (gli atti radicalmente nulli non integrano la fattispecie in esame).
Il profitto non ha rilevanza solo economica o patrimoniale, ma può quindi trattarsi di un diverso vantaggio, a differenza del danno che deve invece essere esclusivamente di natura patrimoniale.

ecco cosa dice Wikipedia:

L’estorsione, in diritto, è un reato commesso da chi, con violenza o minaccia, costringa uno o più soggetti a fare o a non fare qualche atto al fine di trarne un ingiusto profitto con altrui danno.
È tipico reato commesso con la cooperazione della vittima.
La coercizione sulla vittima è relativa perché in essa residua un minimum di capacità di autodeterminazione che viene coartata dall’agente al fine di far compiere un atto dispositivo (dare,fare,non fare).
È reato di evento in cui la cooperazione della vittima è carpita con la forza intesa come coazione relativa.
Tra forza e la coazione deve sussistere un rapporto strumentale di mezzo a fine altrimenti si avrà solo induzione.
La condotta consiste nella costrizione mediante violenza o minaccia a determinati comportamenti attivi o omissivi.
La minaccia estorsiva può avere adoggetto anche una omissione con la pospettazione da parte dell’ agente di non impedire ciò che ha il dovere giuridico di impedire. L’evento è quadruplice: 1) stato di coazione psichica, volontà viziata 2)atto dispositivo patrimoniale 3)danno altrui 4) profitto ingiusto per l ‘agente o altri.
È una tipica attività spesso utilizzata dalle organizzazioni criminali (soprattutto le organizzazioni di tipo mafioso) a cui si ricorre per acquisire capitali ingenti, ma soprattutto per controllare il territorio.

TAMQUAM NON ESSET

Tamquam non esset è un antico brocardo latino la cui traduzione letterale è: Come se non esistesse.
Tale massima è usata in riferimento a norme giuridiche (o parti di esse) ritenute dalla giurisprudenza vessatorie, lacunose o imperfette, così da essere considerate come non esistenti, come non scritte: incapaci cioè di produrre effetti giuridici.
Parimenti la massima è usata in diritto penale e precisamente nella teoria della causalità naturale per escludere il nesso di causalità solo se si verifica una causa autonoma, rispetto alla quale la precedente è da considerarsi tamquam non esset e trova, nell’attività dell’imputato, soltanto l’occasione per svilupparsi.

STATO … CONCETTO DI


Qualunque autorità è affidata a incaricati che la esercitano secondo l’ordinamento liberamente determinato con il mutuo consenso della società di appartenenza; ogni autorità deriva ed è attribuita dal reciproco consenso sociale, e tutte le persone che mediante il voto e/o il consenso attribuiscono tale rappresentanza hanno eguale potere di toglierla.
Qualunque autorità così costituita non ha alcuna facoltà di sopprimere o  limitare il potere della persona di designarla o revocarla attraverso il voto e/o il consenso sociale.
L’attribuzione e la revoca dell’autorità a rappresentanti eletti attraverso il voto e/o il consenso sociale determina il diritto e il potere per ogni persona di rappresentare se stessa.
LO STATO STRANIERO OCCUPANTE, RAZZISTA E COLONIALISTA ITALIANO
Lo stato italiano sul Territorio della Repubblica di Venezia rimane ad oggi uno stato straniero occupante, a nulla rilevando sotto il profilo della legittimazione dell’esercizio della sua sovranità sul Territorio della Nazione Veneta gli anni di illecita e illegittima occupazione razzista e colonialista.
STATO ITALIANO O … SOCIETA’ DI CORPORAZIONE ???
Lo stato italiano, anche espressione della repubblica italiana società/corporazione registrata (S.E.C.) (American Securites Exchange Act 1934), il cui ordinamento, statuti, codici, norme, e regolamenti definiti come regolamento legiferato di una società sono in effetti una norma della società/corporazione della repubblica italiana e che tali sono limitatamente applicabili a coloro che sono agenti di tali società e/o facenti parti della stessa.

LE CONTEE O STATI FEDERATI

Le Nazioni vicine che potrebbero inizialmente confluire per poi raggiungere il proprio totale ripristino di sovranità sono:
IL MAGGIOR CONSIGLIO (CONSIGLIO FEDERALE)
ART. L-5 OGVP
Il Consiglio Federale (CF), (o Maggior Consiglio), è l’Organo collegiale dei Governatori degli Stati federati (Contee) riuniti in sede congiunta.
Il CF è presieduto da uno dei Governatori di Contea in carica e delegato a rotazione annuale quale Presidente dell’Assemblea Federale.
Il CF concorre col GVP (e quindi col Minor Consiglio) alla determinazione della politica nazionale secondo le indicazioni di Municipalità e Delegazioni che sono vincolanti in materia legislativa sia in termini abrogativi sia propositivi.
IL PRESIDENTE DEL MAGGIOR CONSIGLIO
Il Presidente del Consiglio Federale è nominato a rotazione annuale fra i Governatori di Contea degli Stati Federati.
Rappresenta e coordina i lavori dell’Assemblea con competenza legislativa concernente la politica attuativa nazionale.
IL GOVERNATORE DI CONTEA
Il Governatore della Contea rappresenta lo stato federato ed è Capo del Governo Statale.
Il Governatore di Contea è nominato a rotazione annuale fra tutti i Reggenti delle Municipalità che fanno parte dello stato federato.

SERENISSIMI

Serenissimi è il nome dato dai mass media a un gruppo di persone (autodefinitesi Veneta Serenissima Armata, braccio operativo del cosiddetto Veneto Serenissimo Governo) che nel nome della Repubblica di Venezia, la notte fra l’8 ed il 9 maggio 1997, a pochi giorni dalla ricorrenza del bicentenario della caduta della Serenissima (12 maggio 1797), occupò piazza San Marco e il campanile della basilica issando sulla cella campanaria la bandiera di Venezia.
Il gesto era inteso come rivendicazione simbolica di natura indipendentistica.
Secondo i suoi fautori lo scioglimento della Repubblica di Venezia, il 12 maggio 1797 a seguito dell’invasione napoleonica, sarebbe stato illegale, così come il plebiscito del Veneto del 1866 che ratificò l’annessione all’Italia.
Il caso suscitò un vasto clamore ed ebbe rilievo sia nella stampa italiana sia in quella internazionale.
Secondo quanto accertato in seguito, l’intenzione degli occupanti del campanile sarebbe stata quella di tenere tale posizione sino al 12 maggio, bicentenario dell’abdicazione del Maggior Consiglio della Repubblica Veneta e del Doge Ludovico Manin alle truppe francesi; allo scopo s’erano dotati anche di viveri.
Gli uomini sul campanile erano in possesso di un radiotrasmettitore, già utilizzato in vari episodi di “pirateria radiofonica” a partire dal 17 marzo 1997, per emettere abusivamente messaggi politici in tutto il Veneto sulle stesse frequenze della RAI (in particolare il TG1), coprendone le trasmissioni e incitare i veneziani all’insurrezione.
I manifestanti comunicarono alle autorità, che nel frattempo avevano isolato la piazza, che avrebbero iniziato a trattare non appena fosse giunto un loro rappresentante.
La sera stessa il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, andò a parlare con i manifestanti.
Al mattino del 9 alle ore 8.15, su ordine del prefetto, uomini del GIS dei Carabinieri diedero inizio allo sgombero.
Un gruppo di militari occupò la piazza arrestandovi alcuni occupanti, un altro gruppo scalò il campanile usando delle impalcature poste all’esterno del monumento mentre altri penetrarono all’interno.
Nel giro di pochi minuti i carabinieri arrestarono tutti i partecipanti all’azione.
Le persone coinvolte
Il gruppo dei Serenissimi era composto da:
Giuseppe “Bepin” Segato
Gilberto Buson
Cristian Contin
Flavio Contin
Antonio Barison
Luca Peroni
Moreno Menini
Fausto Faccia
Andrea Viviani
Le motivazioni all’inizio non furono chiare e solo la conoscenza dei personaggi che l’attuarono portarono a definire meglio l’ambiente in cui si progettò l’evento.
Sembra che queste persone, pur non svolgendo un’attività politica in senso proprio, avessero nostalgia per i tempi della Repubblica di Venezia, cancellata manu militari da Napoleone Bonaparte e ne auspicassero la restaurazione.
Sostenevano di aver fatto delle ricerche storiche e scoperto elementi che, a loro parere, invalidavano l’atto di Napoleone del 1797, l’accettazione dell’atto da parte del Maggior Consiglio e anche il plebiscito di ratifica dell’annessione al Regno d’Italia del 1866.
Secondo i Serenissimi l’atto di Napoleone era illegittimo in quanto effettuato contro uno Stato neutrale e non perfezionato dal “Maggior Consiglio”, che avrebbe deliberato in mancanza del numero legale; il plebiscito del Veneto del 1866, invece, sarebbe stato caratterizzato da brogli e violazioni degli accordi internazionali sottoscritti durante l’armistizio di Cormons e il trattato di Vienna.
A seguito delle indagini volte a svelare la pianificazione del gesto eversivo, fu istruito un processo. Tra i capi di accusa ipotizzati vi erano:
  1. attentato contro l’unità dello Stato
  2. banda armata
  3. interruzione di pubblico servizio, per le interruzioni delle trasmissioni televisive effettuate in precedenza alla manifestazione veneziana.

Nel maggio 2006 vi sono stati altri rinvii a giudizio per altri reati connessi agli stessi fatti.
Il processo ai Serenissimi si concluse con assoluzioni, patteggiamenti e condanne:
Luigi Faccia: condanna a 4 anni e 9 mesi di reclusione per la manifestazione veneziana (scontati 3 e mezzo ed affidato ai servizi sociali) oltre ad una condanna a 6 mesi di reclusione per associazione sovversiva da parte del Tribunale di Verona, 5 anni e 3 mesi complessivi.
Non aveva partecipato alla manifestazione, ma fu identificato come uno degli organizzatori dell’operazione e sedicente Presidente del Veneto Serenissimo Governo.
Giuseppe Segato: condanna a 3 anni e 7 mesi di reclusione per il reato di eversione.
Non aveva partecipato all’azione, ma fu identificato come “l’Ambasciatore Veneto” aspettato quella notte e come l’ideologo del gruppo.
Gravemente ammalatosi durante la prigionia, morirà il 26 marzo 2006, poco dopo la scarcerazione.
La Corte di cassazione infine, con sentenza della VI sezione penale n. 26151 del 16 marzo 2011 (depositata il 5 luglio 2011) ha assolto tre membri del gruppo (Gilberto Buson, Cristian Contin e Flavio Contin) dalle accuse più gravi di costituzione di banda armata e di associazione sovversiva per finalità di terrorismo e di eversione dell’ordine democratico, in quanto l’organizzazione, che pur perseguiva un programma eversivo ipotizzando atti di violenza, fu ritenuta strutturalmente inidonea a raggiungere lo scopo per mancanza di strumenti.
Una prima domanda di grazia per Luigi Faccia fu presentata dalla moglie nel dicembre 1999, ma nel 2000 l’allora ministro della giustizia Piero Fassino, ne bloccò l’iter.
Una volta cambiato titolare del dicastero, intervenne una nuova domanda. Il ministro leghista Roberto Castelli dichiarò che «Faccia non ha fatto male a nessuno», e tuttavia la grazia, che è competenza esclusiva del presidente della Repubblica, non gli fu concessa.
Durante la detenzione i Serenissimi ricevettero numerose lettere di solidarietà, alcune sono raccolte nel libro Ti con nu, nu con Ti.

SECESSIONE

Secessione significa letteralmente divisione, separazione, ma il Popolo Veneto non ha bisogno di dividersi dallo stato straniero occupante italiano perchè è quest’ultimo che deve andarsene, con le buone o con le cattive.
Il processo secessionista è tipico degli “insorti” laddove una popolazione si rivolta contro il proprio stato perché è un tiranno… è quindi un processo interno ad una nazione e si realizza spesso con la rivolta e conquista della territorialità strappata al controllo dominante da parte della popolazione o una parte di essa.
Appare fin troppo evidente che questa opzione non è quella giuridicamente necessaria al Popolo Veneto che di fatto non è italiano.